Che succede se non registri il contratto di affitto?

Cambiano le norme sulla registrazione del contratto di affitto e, con esse, anche le conseguenze derivanti dalla omissione: infatti, con la legge di Stabilità 2016 [1] da un lato si stabilisce che la registrazione è compito solo del locatore (padrone di casa), dall’altro lato si prevede che, in caso di mancata registrazione, il conduttore (l’inquilino) può chiedere la restituzione degli importi “maggiorati” che abbia dovuto corrispondere. Oltre a ciò, ovviamente, si aggiungono le consuete sanzioni fiscali. Ma procediamo con ordine.

Come avevamo anticipato nell’approfondimen

to “A chi spetta registrare l’affitto?”, dal 1° gennaio 2016, spetta al locatore chiedere la registrazione del contratto di locazione, da eseguire improrogabilmente entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto. Nei successivi 60 giorni, deve darne comunicazione all’inquilino e all’amministratore di condominio (quest’ultimo ai fini degli adempimenti del registro di anagrafe condominiale).

Dovrebbe cambiare, di conseguenza, anche la

disciplina sanzionatoria che, se prima stabiliva la responsabilità solidale, nei confronti del Fisco, da parte del locatore e del conduttore, per il mancato versamento dell’imposta di registro, ora invece la sanzione può essere contestata solo a chi è tenuto alla registrazione, ossia al padrone di casa.

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Tari, arriva una tassa uguale per tutti

In via d’adozione un regolamento unico in tutt’Italia per determinare le tariffe sui rifiuti solidi urbani e superare le enormi differenze esistenti tra città.

limiti-di-spesa-per-detrazioni-sulla-casa-5Dopo anni di attesa, pare che sia finalmente in dirittura d’arrivo il tanto agognato regolamento unico sulla Tari, ossia la Tassa sui Rifiuti: attualmente la disposizione è soltanto una bozza, ma, se le linee guida restassero simili, si determinerebbe sicuramente l’illegittimità della maggior parte delle tariffe oggi applicate dai Comuni e dagli Enti gestori. Tariffe che cambiano notevolmente, sia nell’ammontare che nelle modalità di applicazione, da Comune a Comune: ad esempio, mentre a Cagliari la Tari media è pari a 450 euro a famiglia, ad Ascoli Piceno scende a 160 euro: una differenza molto alta, che dipende dalle modalità di tariffazione adottate dai singoli regolamenti comunali. Difatti, ogni Ente gestore, visto il vuoto normativo in merito, ha creato un proprio sistema di misurazione, per determinare i corrispettivi dovuti per il servizio di smaltimento rifiuti: purtroppo, il più delle volte questi sistemi sono lontani dal basarsi su un’effettiva corrispettività, ed in alcuni casi anche da un minimo di equità.

Ma come si è arrivati a questo punto e, soprattutto, il nuovo regolamento unico potrà riuscire a ripristinare una situazione uniforme in tutt’Italia, con tariffe effettivamente corrispondenti al servizio offerto? Per capirlo, dobbiamo fare un passo indietro, alle prime leggi che hanno disciplinato il servizio di smaltimento rifiuti.

Tari: tassa o imposta?

La configurazione della Tari, come imposta o come tassa, vede ancora oggi in disaccordo diverse correnti dottrinali: il pagamento, difatti, è stato pr

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Legge stabilità. Agevolazioni fiscali locazione acanone concordato.

Lo sconto del 25% su Imu e Tasi per le case affittate a canone concordato è un segnale importante, ma sul fronte degli affitti – per proprietari e inquilini – si poteva fare di più. Da un lato, arrivando a fissare un generale tetto alle imposte municipali che gravano sugli immobili locati a canone calmierato. Dall’altro, continuando ad alimentare e rinsaldando il Fondo di sostegno alla locazione, a favore delle famiglie in difficoltà.

Lo sconto sulle imposte locali
Con la riduzione del 25% di Imu e Tasi per gli alloggi concessi con contratto concordato e il divieto per i Comuni di alzare quest’anno le relative aliquote fissate nel 2015, la legge di Stabilità porta un certo sollievo al mercato degli affitti a prezzi sostenibili. Nel complesso, si tratta di una misura «che rappresenta quell’inversione di tendenza nella
tassazione degli immobili locati che Confedilizia chiedeva da tempo», dichiara il presidente dell’organizzazione, Giorgio Spaziani Testa. «La consideriamo, insieme alle altre misure di riduzione delle imposte sulla casa, un ottimo punto di partenza per un cammino, che dovrà proseguire, di graduale ma continua correzione degli errori compiuti sull’immobiliare a partire dalla manovra Monti». Proprio Imu e Tasi hanno d’a Read more

Agevolazioni acquisto prima casa, dal 1° gennaio è più facile cambiare abitazione

La legge di Stabilità 2016 ha introdotto importanti novità anche per quanto riguarda l’acquisto della prima casa. Dal 1° gennaio non è più ostativo il possesso di un’altra abitazione acquistata con i benefici fiscali, purché sia alienata entro un anno.

 

Il presupposto della non contemporaneità potrà essere realizzato in un secondo momento

Ad introdurre la novità l’art. 1, comma 55, della legge n. 208/2015, attraverso un’integrazione della disciplina dell’agevolazione contenuta nella nota II-bis. In poche parole, cambiare casa è ora più semplice, poiché il presupposto della non titolarità contemporanea di più alloggi acquistati con l’agevolazione potrà essere realizzato in un secondo momento.
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Niente Imu sulla seconda casa se ci abitano i figli o genitori

limiti-di-spesa-per-detrazioni-sulla-casa-5Sono molti i genitori che, per garantire una rendita ai propri figli o fare in modo che abbiano una casa nella città in cui vanno a studiare decidono di investire in una seconda casa.

Ad oggi questi investimenti, registrati come seconde case nella stragrande maggioranza dei casi, sono soggette al pagamento dell’Imu, ma è al vaglio una proposta che prevede l’esenzione dalla tassa se l’immobile è concesso in comodato d’uso a un parente di primo grado a cominciare, ovviamente, dai figli.

Ad annunciare la possibile modifica alla legge di stabilità attualmente in discussione al Senato è stata una delle relatrici, la senatrice Federica Chiavaroli. Di certo la proposta, come le altre che si stanno analizzando in aula, dovranno affrontare la non ignorabile difficoltà delle scarse risorse. Per finanziare questa abolizione e gli altri cambiamenti al vaglio la disponibilità economica è di appena 300 milioni di euro. Oggettivamente non tantissimi.

La modifica annunciata dalla senatrice Chiavaroli non è stata ancora analizzata da un punto di vista finanziario, ma è ritenuto un cambiamento importante perché, secondo dati ufficiali dell’Istat, riguarderebbe circa l’8% dei cittadini italiani.

Fra i provvedimenti che potrebbero entrare a far parte della legge di stabilità anche quello che prevede l’introduzione di alcune agevolazioni fiscali per chi dà in affitto un immobile a canone concordato.

fonte immobiliare.it

Agevolazioni fiscali Locazione canone agevolato

Contratti a canone concordato

Tra tante imposte sulla casa che aumentano ce n’è una che diminuisce. Stiamo parlando della cedolare secca, la tassa piatta per gli affitti oggi ancora più light (al 10%), ma non per tutti: requisito fondamentale, infatti, è la presenza di un contratto a canone concordato.

images33Il presupposto per versare l’aliquota al 10% è la stipula di un contratto di locazione con le caratteristiche dettate dall’articolo 2, comma 3, della legge 431/1998 e le condizioni stabilite dagli accordi locali fra le organizzazioni più rappresentative dei conduttori di proprietà edilizia e inquilini, per abitazioni nei Comuni ad alta tensione abitativa in elenco Cipe (capoluoghi di provincia, molti centri di medie dimensioni e i Comuni limitrofi a Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia). La durata
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